Intervista a Michael Mwenso: gli Shakes sul palco di Umbria Jazz

Dopo quattro giorni di esibizioni sotto il sole cocente di Perugia, salgono sul palco, indifferenti al caldo. Michael Mwenso, il leader, indossa una tuta attillata, mentre i suoi “Shakes” iniziano con un medley che attraversa le radici del blues. La musica sprona chiunque passi per strada a ballare, cantare, muoversi come può; la sua idea musicale ha sicuramente colpito Wynton Marsalis una sera al Ronnie Scott’s, aprendo le porte al successo che ha portato il leader al Dizzy’s Club e al Jazz at Lincoln Center. Alla base di tutto c’è un progetto nuovo, in cui la straordinaria capacità d’arrangiamento si fonde con una naturale predisposizione all’intrattenimento, che lascia ascoltarsi interrogarsi su quale parte predomini, se quella dello spettacolo o quella musicale.

Al quinto giorno, a poche ore dalla nuova sfida performativa, si rilassano sui divani di pelle della hall dell’albergo, stanchi, occhiali scuri a coprire le occhiaie. 

Questi ragazzi non sono solo un gruppo musicale, sono un vero e proprio collettivo. I loro pezzi sono costruiti su intricati intrecci di stacchi, riprese, scambi e passi di danza, improvvisazioni, riprese e continui cambi di tempo. Qualcosa che richiede indubbiamente una solida professionalità e un’interazione collaudata nel tempo.

Nati circa quindici anni fa, hanno iniziato a costruire un vasto repertorio. La scaletta è decisa da Michael, anche mezz’ora prima del concerto. Spesso dice i pezzi direttamente sul palco, in base all’energia che si crea con il pubblico, alla durata prevista del concerto  e al tipo di connessione che costruiscono tra di loro sul palco.Questo è molto divertente perché non solo il pubblico assiste a uno spettacolo diverso ogni sera, ma loro dicono di rendere di più nell ‘improvvisazione”, spiegano.

La base operativa dello Shakes si trova ad Harlem, un luogo che amano molto e dove ci sono molti club e spazi in cui suonare, un ambiente perfetto per esprimere il loro massimo potenziale. 

Secondo tutti loro, Mwenso è un leader straordinario, l’energia è l’elemento chiave che rende l’esperienza musicale unica. Durante le loro esibizioni, la performer e ballerina dell’Africa occidentale Netanya Thompson arricchisce lo show, gestendo il movimento improvvisato e il linguaggio corporeo che le appartiene. Mwenso, dirige la sezione fiati e la sezione ritmica, si occupa anche di cantare e coinvolgere il pubblico nel loro spettacolo. È lui che fa sì che questa grande formazione funzioni come una macchina divertente sul palco, e gli altri membri del gruppo gli sono profondamente grati per questo. Mentre parlano, c’è un continuo andirivieni di persone che vogliono salutarli e congratularsi. Ormai sono diventati una presenza nota a Umbria Jazz. 

A Umbria Jazz, gli Shakes presenteranno anche il loro ultimo album, “Emergence (The Process of Coming into Being)”, registrato dal vivo a New York City. Dodici brani che combinano Brilliant Corners di Monk a You Can Do No Wrong di Cole Porter, insieme ad altri pezzi firmati da Mwenso.

Fanno parte integrante di questo festival umbro, che continua a presentare in modo completo tendenze, idee e suoni legati al grande corso del jazz. È il collage di eccentricità, sperimentazioni e tradizione a fornire spunti e visioni per una musica che, gode di ottima salute.

Maria Francesca Pani

News Reporter

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